L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989
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PRIMA DELLA NOTTE

Tutto s’acqueta.
Gli ultimi passeri cinguettano l’arrivederci,
i primi grilli si odono in lontananza.
Sento l’eco di un cane che abbaia in fondo alla via.
Poi, silenzio.
Il fresco dell’aria s’adagia sulla pelle.
Respirano serene le narici accaldate.
S’accende la debole fiamma del cerino
E lo stoppino della candela
Arde sul tavolo d’un delicato scoppiettio.
Un pipistrello svolazza in rapidi cerchi convulsi
Mentre i primi lampioni illuminano la strada.
La terra, ancora tiepida, accoglie l’umido calante dal cielo.
Le montagne all’orizzonte, coperte di soffici cespugli,
nascondono una vita pronta a destarsi.
Scivola, l’imbrunire, signorilmente discreto.
Svanisce, e lascia il posto
Alla Dama dall’abito di seta
Dai pendenti di perla.
Regina temuta di adorabile bellezza.
Profumata, Lei scende fra i sogni segreti
Senza mai toccarli

Né mai posarsi al suolo Aleggia

KILLING ME TO GIVE ME NEW BIRTH - Uccidermi per farmi nascere ancora

Traduzione in calce all'originale

Unconscious killer
Ignored domination
You steal all
I have in life
Cancel the person I am
Take away my powers, my brain
Eat my mind, drink my soul
Roast and burn
all of my limbs.

Like wind you came
deleting my air, refreshing my world
All the new stars now bright in my sky
Singing and flying are birds in the air
Snow
falling from high
Ice freezing my veins
You murdered my being
creating new one

And now
I feel reborn
A new man on Earth
Got something to lose
Got fear back to me
Holding and freeze
Imprisoned by time
Still as a drop of rain in Cracow

Unmerciful killer
No pity to me
Invader like tanks
my land occupying
Deep
I dive in your world
“Love and Death” the ancient said
“Love is Death” is what I feel
believing right now to live after it
in beautiful places

Guess they call it Heaven

Traduzione

Assassina incosciente
Dominazione ignorata
Rubi tutto
ciò che ho in vita
Cancelli la persona che sono
Porti via i miei poteri, il mio cervello
Mangi la mia mente, bevi la mia anima
Arrostisci e bruci
tutte le mie membra

Sei venuta come il vento
annientando la mia aria, rinfrescando il mio mondo
Tutte le nuove stelle brillano adesso nel mio cielo
Uccelli cantano e volano nell'aria
Neve
che cade dall'alto
Ghiaccio che gela le mie vene
Hai ammazzato il mio essere
creandone un altro

E adesso
mi sento rinato
Un nuovo uomo sulla Terra
Ho qualcosa da perdere
Ho la paura dietro di me
Tengo duro e gelo
Imprigionato dal tempo
Immobile come una goccia di pioggia a Cracovia

Assassina spietata
Nessuna compassione per me
Invasore come dei carri armati
che occupano la mia terra
Profondo
m'immergo nel tuo mondo
"Amore e Morte" dicevano gli antichi
"Amore è Morte" è ciò che sento
credendo adesso di vivere dopo di lei
in posti meravigliosi
che credo chiamino Paradiso

IN MEZZO ALLA NOTTE

Cala la notte riempiendo il silenzio
S’incunea nel nulla esistente fra gli alberi
Tutta l’aria s’impregna di essa
Le creature l’inalano nei loro canali
Ogni poro della pelle la traspira
Ogni cosa la vive e diventa lei, diventa notte.
Densa e intensa, impalpabile materia
Tronchi lisci immersi nel buio
affogano e si strozzano poco prima del nero muro che nasconde l’ignoto.

Fusti imbiancati da fiochi raggi di latte
Fronde allo zenith tremano offuscando la luce di luna
che debole e moribonda si poggia discreta sul suolo già freddo.

Un torrente chiacchiera senza sosta tre metri più in basso
plasma i pietroni bagnati e muschiati che ne cantan la corsa
Cervi balzano sui massi rotondi
affannati negli spasimi di una fuga
li fan rotolare sull’acqua incostante.
Fiere imboscate fra i cupi cespugli
attente e guardinghe nella tensione della caccia
li fanno vibrare scuotendone i rami.
In alto gli uccelli
con sordo rumore, sbattono l’ali e spostan le foglie.

Quest’è l’annuncio del tempo notturno
Attorno alla tenda si accende una vita
Un mondo si desta
pauroso e modesto, non visto ed estraneo,

nella notte custode di ataviche eco.

FIRST MESSAGE OF THE DAY - Primo messaggio del giorno

Traduzione in italiano in calce all'originale


Snowing outside
in a frozen sky
Dark air just pointed by white and soft flakes
Watch through the window your city so still
Take off your tiring and elegant clothes
Think about what your job means to you
Know how important is life beyond it
All mess and money
work and high speed
don’t pick you away from the love that you feel
They can not steal what’s important to you
Know very well how you would like to live
Hurricains can’t destroy what your dream is

Then your phone rings
Not a colleague, not your best friends
Just who you’re waiting for came back to you
Read it and smile
Happy you answer

Then close your eyes and be back to dreams.

Nevica fuori
in un cielo ghiacciato
Aria buia appena punteggiata da fiocchi bianchi e soffici
Guardi dalla finestra la tua città così immobile
Ti spogli dei tuoi stancanti ed eleganti abiti
Pensi a ciò che il tuo lavoro significa per te
Sai quanto è importante la vita dietro di esso
Tutta la confusione e il denaro
lavoro e alta velocità
non ti portano via dall'amore che senti
Non possono rubare ciò che è importante per te
Sai molto bene come vorresti vivere
Gli uragani non sanno distruggere il tuo sogno

Poi il tuo telefono squilla
Non un collega, non la tua migliore amica
Ma colui che stai aspettando è arrivato
Leggi e sorridi
Rispondi felice
Poi chiudi gli occhi e torni ai tuoi sogni.

NONNO

 In piedi, di fronte allo specchio,
stringe con eleganza il nodo della sua nuova cravatta
e si guarda negli occhi lucidi, ampi, ancora vivi.
La tremula mano è rugosa, robusta,
stanca sotto al collo rinsecchito.
Raccoglie dalla sua memoria gli antichi ricordi a lui più cari.
Emozionato
Serra strette le sue labbra scure e sottili, nasconde le nude gengive,
mantiene saldo l’aspetto.

Una voce chiama il suo nome e lo riporta alla realtà.
Lento, si china sulla moglie.
La guarda rassegnato.
Dolcemente le porta una ciocca di radi capelli dietro l’orecchio.
Sta in ginocchio di fronte ad una muta, inconsapevole indifferenza.
Poi, paziente, raccoglie le forze e si rialza:
afferra i manici della sedia a rotelle,
conduce l’amata fino all’uscio di casa.
Fiero, dignitoso, fermo accoglie ora la visita a lui riservata,
pronto a consegnare un futuro che più non gli appartiene
nelle mani del giovane nipote

che felice vuol presentargli la sua sposa novella.

RAGAZZA INNAMORATA

 I boccoli riposano castani
sparsi sulle fresche lenzuola di cotone.
Lei guarda il soffitto
con gli occhi grandi, carichi di visioni.
Si proietta nella meraviglia dell’immaginazione.
Emozioni, ricordi, speranze, pensieri
felici scivolano nel bianco
riempiendo il vuoto di soavi fantasie.
Dolcemente adora i colori,
i suoni,
gli odori dell’evanescente pellicola
che le scorre davanti.
Lei ama,
e innamorata giace ora su un fianco.
Con gli occhi sognanti
al suo petto raccoglie se stessa
schiudendo le sue labbra

nell’accenno di un sorriso segreto.

POMERIGGIO

Fuori piove
ed io mi rendo conto di non avere speranze, né desideri.
Che faccio?
Spero che smetta
affinché mi scaldi il sole?
Spero che la pioggia cessi affinché le persone invadano le strade?
Non voglio che smetta di piovere.
E allora?
Spero che continui
per viziarmi col placido suono dell’acqua?
Spero che essa cada, e cada, e cada
per far poi spuntare nuovi germogli dal nulla?
Non voglio che continui a piovere.
Il sole, oltre a scaldare me, illumina
ciò che odio di questo mondo.
La gente, oltre a farsi incontrare per strada,
parla nel modo che più odio a questo mondo.
Il suono della pioggia mi culla, mi addormenta,
uccide la forza di volere una umana sopravvivenza.
I germogli spuntano verdi e brillanti
figli di una terra avvelenata che contribuiscono a tenere in vita.
Mi rassegno alla pioggia e mi rassegno al sole.
Godo della pioggia come godrei del sole.

Acqua
Lava torrenziale le scorie d’aria putrida.
Gocce infinite accarezzano la pelle tesa.
Candido frescore che gela la stanchezza.
Godo della pioggia.

Raggi di cielo allentano ciò ch’è rigido,
assopiscono le palpebre e schiudono le labbra.
Soffice tepore che avvolge di sicurezza.

Godrei del sole.

MANIFESTO DELL'UOMO SOLITARIO

L'uomo solitario non ha bisogno di nessuno.
Non vuole la presenza di nessuno.
Il solitario gioisce di ciò che è,
di ogni passo fatto verso l’obiettivo che indipendente si prefigge.
Vaga, l’uomo solitario, per i bar non affollati,
frequenta i quartieri più deserti,
i locali meno divertenti,
le piazze neglette e abbandonate.
Il solitario è spesso infastidito dalla presenza dei suoi simili,
è selettivo con estrema rigidità,
ripugna le mode, i dettami, le leggi.

L’uomo solitario è l’anarchico per eccelenza,
perché niente si avvicina al valore della sua totale libertà.
Trasgredisce le leggi morali per alcuni,
civili per altri,
penali per altri ancora,
ma lo fa esclusivamente in nome della sua sola ed assoluta libertà.
Il solitario conosce se stesso alla perfezione perché è l’unica persona con cui regolarmente conversa.
Lavora e soffre duramente ed aspramente per raggiungere la sua atipica serenità,
ché il mondo ruota al contrario, per il solitario.
Ottenuto quello che sembra essere il suo fine,
comprende di possedere una risorsa infinita e autorigenerante,
un mezzo fondamentale,
il suo Sacro Graal, il tesoro dell’isola,
la sempiterna giovinezza, l’immortalità, l’invincibilità,
la bellezza oggettiva, l’onnipotenza,
la felicità eterna.

Ogni azione dell’uomo solitario è dettata dall’istinto e dal desiderio.
Egli può liberamente ripudiare ogni atto che lo infastidisce, che a lui non piace,
ma potrebbe compierlo nell’istante successivo,
perché è sciolto da ogni vincolo idealistico o morale,
e lui può cambiare idea. Sempre.
Ateo monoteista, lui è il solo dio di se stesso.
Si rispetta col massimo degli onori,
si vizia e si regala ciascuno dei suoi stessi sogni.
Il solitario è egoista
e nel suo univoco mondo è l’incontrastato re senza successori.
Il solitario ha le chiavi per tutte le porte
ma non le ha mai dovute usare, ché quelle, al suo passaggio, si spalancano da sole.

Vive in una casa sconfinata quanto il mare,
il suo soffitto è il cielo più terso
e le stelle le incontra a metà strada fra il pavimento e la lampadina da cambiare.
L’uomo solitario è libero,
non ha confini, né limiti, né divieti, né regole.
Follia fatta uomo, incomprensibile e stupefacente,
l’universo gli esplode dentro creandosi e distruggendosi senza mai una tregua.
Prova ciò che vuole,
vive dove vuole,
agisce quando vuole,
tocca quel che vuole.
Per il solitario non esiste sfortuna, né fortuna.
Non esiste il dolore, la malattia, la tristezza,
ché lui sa di vivere, conosce la vita e ha deciso di rimanerci immerso.

L’uomo solitario guadagna il sorriso della morte materializzata nella sua ombra.
Ogni giorno è uno in meno che gli resta,
ogni azione la considera unica, ultima e inimitabile.
L’uomo solitario sa di non poter varcare gli argini dell’esistenza,
gode della consapevolezza di avere un’unica strada da percorrere.
Non perde tempo a tentare di scalare gli argini, lui:
procede diretto verso la foce senza curarsi dei suoi tanti consorti.
Il solitario osserva
e trova la via meno faticosa per giungere all’universale destinazione.
Evita gli scontri,
abbandona le distrazioni,
si dedica al suo passaggio,
non aspetta nessuno e nessuno aspetta lui.

Giunto alla foce, l’uomo solitario s’immerge felice nell’infinita freschezza del mare più calmo.

BELLA

Su una roccia morbida e rotonda
immersa fra bassi cespugli e che s’erge più in alto di quelli
siede tranquilla, e sola.
Abbraccia un ginocchio nudo portato al petto,
si regge in equilibrio sull’altra gamba soda, allungata
poggiando leggero il piede su un liscio basso scalino di pietra.
Respira.
Inala quel mondo sconosciuto che inconsapevolmente sente così suo.
Vive profumi e colori,
li assorbe dai grandi occhi rilassati, allietati.
Traspira la sua leppe il fresco dell’aria.
Pulita gentilmente le muove i capelli
ondulati e cascanti soffici sulle sue spalle, sui bei seni.
E la sua mente si ferma.
Si spegne l’universo a lei noto, confuso e rumoroso.
Il fruscio degli alberi dietro di lei,
il cinguettare costante nel cielo terso e luminoso
la invadono e la riempiono.
Sciolta e libera, diventa vento e petali delicati.
Si apre ai sensi.
Nessun pensiero la tormenta ora
e cresce nel suo spirito ridesto
la consapevolezza della sua reale appartenenza.
Felice il suo cuore esplode in un silenzio discreto
prima che di nuovo si scombussoli
corrotto schizofrenico

di fronte ad un chiassoso cocktail colorato.

CONSAPEVOLEZZA

Sedeva
Solo nel silenzio di una spiaggia deserta.
Il mare gorgogliava ai suoi piedi
fresco
il vento gli spruzzava sulla pelle la sua aria di sale,
e di essa si riempiva.
Il suo suono lo avvolgeva, lo rendeva suo.
Era dentro di lui, affondato nella sua luce.
Osservava i disegni dipinti sull’acqua,
piccole increspature e perlacee distese cangianti,
finché non gli si presentò di fronte
in tutta la sua luccicanza
l’immenso imbuto che lo abbacinò.
Riflesso di sole brillante e accecante
nato ampio da un orizzonte che ancora ha davanti.
Rimase immobile, continuando a guardare nel suo stretto collo
che lo invitava giungendo fino a lui.
Lo toccava col suo bagliore, lo sfiorava la sua strettoia.
Gli disse che al di là dell’ingresso, una nuova realtà si sarebbe spalancata.

Non poteva vederla, da fuori.
Non poté accedervi, da seduto.
Strizzò gli occhi, cercò di scorgerla
ma fu accecato dalla sua potenza
che rese buia l’attuale vita.

Udì il suo spirito.
Forte urlò che solo giungendo più in fondo
Avrebbe pienamente goduto dello splendore bramato.
Solo muovendosi e abbandonando il suo fermo posto
avrebbe conosciuto ciò che stimola ogni curiosità.
Solo lasciando inutili ancore, e false certezze, e illusorie stabilità
avrebbe finalmente trovato il sorriso nella morte.


ADOLESCENTE POP-ROCK

Aspetti che scatti il verde
Sguardo avanti, seria, Ray-Ban sugli occhi.
Sicura
della tua giovane bellezza,
della forza del tuo spirito.
Hai il mondo in mano.
Batti il ritmo
col piede magro
della musica che ti pompa nelle orecchie
attraverso i fili, i minuscoli
auricolari.
Non sai un cazzo della vita.
Non sai ancora di essere superflua,
assolutaemnte superflua.
Poi d’illumini all’improvviso
trattieni a stento un urlo felice.
Schioccano le tue dita e accelera il tuo piede.
È arrivata a sorpresa
la tua canzone preferita.
Della vita

Non sai ancora un cazzo.

DISCORSO DI UNA CARTOMANTE RINNEGATA

Come puoi voler conoscere il tuo futuro?
Pazzo!
L’ignoto è l’unico sale che possiedi in vita!
La sorpresa, la meraviglia, lo stupore, lo sbigottimento…
l’inatteso!
È ciò che tocca le tue più segrete corde,
la tenebra della conoscenza,
l’unica strada da percorrere.
Vuoi accendere i riflettori sulla via,
vuoi schernire ogni ombra rimasta,
innalzare e avvicinare gli argini del tuo percorso…
La morte, vuoi illuminare!
Vuoi scendere dal filo del funambolo e continuare per strada,
ma non sai che sono proprio i funamboli, i soli degni di ammirazione?
Ammirazione dello specchio,
amore e gioia di ricevere la propria unicità…
Tu vieni qui, da me… mi chiedi la Torcia,
vuoi vedere il passaggio prima di percorrerlo,
vuoi uccidere la curiosità,
annientare l’ignoto,
sconfiggere l’oscurità,
soffocare l’interessante…
Vuoi immergerti negli acclamati colori dell’inutile banalità.

Illuso, e pazzo insieme.