Cala
la notte riempiendo il silenzio
S’incunea
nel nulla esistente fra gli alberi
Tutta
l’aria s’impregna di essa
Le
creature l’inalano nei loro canali
Ogni
poro della pelle la traspira
Ogni
cosa la vive e diventa lei, diventa notte.
Densa
e intensa, impalpabile materia
Tronchi
lisci immersi nel buio
affogano
e si strozzano poco prima del nero muro che nasconde l’ignoto.
Fusti
imbiancati da fiochi raggi di latte
Fronde
allo zenith tremano offuscando la luce di luna
che
debole e moribonda si poggia discreta sul suolo già freddo.
Un
torrente chiacchiera senza sosta tre metri più in basso
plasma
i pietroni bagnati e muschiati che ne cantan la corsa
Cervi
balzano sui massi rotondi
affannati
negli spasimi di una fuga
li fan
rotolare sull’acqua incostante.
Fiere
imboscate fra i cupi cespugli
attente
e guardinghe nella tensione della caccia
li
fanno vibrare scuotendone i rami.
In
alto gli uccelli
con
sordo rumore, sbattono l’ali e spostan le foglie.
Quest’è
l’annuncio del tempo notturno
Attorno
alla tenda si accende una vita
Un
mondo si desta
pauroso
e modesto, non visto ed estraneo,
nella
notte custode di ataviche eco.
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