Sedeva
Solo nel
silenzio di una spiaggia deserta.
Il mare
gorgogliava ai suoi piedi
fresco
il vento gli
spruzzava sulla pelle la sua aria di sale,
e di essa si
riempiva.
Il suo suono
lo avvolgeva, lo rendeva suo.
Era dentro di
lui, affondato nella sua luce.
Osservava i
disegni dipinti sull’acqua,
piccole
increspature e perlacee distese cangianti,
finché non
gli si presentò di fronte
in tutta la
sua luccicanza
l’immenso
imbuto che lo abbacinò.
Riflesso di
sole brillante e accecante
nato ampio da
un orizzonte che ancora ha davanti.
Rimase immobile, continuando a guardare nel suo stretto collo
che lo invitava giungendo fino a lui.
Lo toccava
col suo bagliore, lo sfiorava la sua strettoia.
Gli disse che
al di là dell’ingresso, una nuova realtà si sarebbe spalancata.
Non poteva vederla, da fuori.
Non poté accedervi, da seduto.
Strizzò gli
occhi, cercò di scorgerla
ma fu accecato dalla sua potenza
che rese buia
l’attuale vita.
Udì il suo
spirito.
Forte urlò
che solo giungendo più in fondo
Avrebbe pienamente goduto dello splendore bramato.
Solo
muovendosi e abbandonando il suo fermo posto
avrebbe conosciuto ciò che stimola ogni curiosità.
Solo
lasciando inutili ancore, e false certezze, e illusorie stabilità
avrebbe finalmente trovato il sorriso nella morte.
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