L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989
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ARRIVISTA

Vestito corto e tacchi alti
un reggiseno che mette in mostra una bellezza che non possiedi
Discoteca, luci, drink, locali
cocktail, sorrisi, musica, urla
Si sprecano i commenti con le tue amiche
su questo o quell'altro
ragazzo ben tenuto dal fisico curato
Camicia sbottonata
pantaloni a vita bassa
Bevi e ridi, chiassosa gesticoli
Quello è l'ambiente in cui ti riconosci
Parli e balli, baci e tocchi
concedi il tuo corpo alle mani più varie
ché quello è divertirsi
senza dar spazio alla noia

Cresci, studi, ti dici matura
avanzi con gli anni più in fretta del tempo
trovi un ragazzo di buona famiglia
è l'occasione che stavi aspettando
Niente più troia, né più smorfiosa
Via le risate, perfino i sorrisi
cambi la voce
un'altra postura
tanto ti vanti di essere donna
da rinnegare un passato avvenuto

Ma ciò che tu sei
è forse ignoto persino a te stessa
Segui la massa
le norme comuni
scegli una maschera che annunci reale
critichi quelle che vogliono ridere
attesa vana di una vita felice.


QUESTA GENTE... CHE GENTE...

Prego, prego... entrate pure... accomodatevi... scusate la confusione...! Lasciatemi iniziare, ora, perché questi sono pazzi! Direte, chi? Di chi parla, oggi? No, no... non è più sul lavoro, che voglio parlare... oh! Attenzione! Non me ne sono mica dimenticato, io, di quel discorso là, eh! State attenti! Queste sono cose serie, bisogna tenerle a mente per bene... il lavoro... ci ho la fissa, io! L'uomo arancia, mica è un caso! Spremiture... il sangue è il nostro! La vita è una!
Non lo sai! – Direte voi...
Eh, sarà pure! Ma io mi fido poco, però.
Questa gente è pericolosa... noi siamo in pericolo! Strangolatori e omicidi e assassini e stragisti... l'Isis? Ma quale Isis! Ma quale Al Quaeda... no, no... Boko Haram... no! Al Shabab? Macché! Io parlo di loro! Di questi qua, di tutti quelli che ci circondano... che mi circondano!
Rigidi, tutti pelle e ossa, oppure con pance che nemmeno i malati di lebbra ce le hanno così sformate...! Ma li avete guardati bene, sì o no?
Sto delirando? Io deliro? Ah, no, no! Aspettate... aspettate! Vedrete, se sto delirando! Mi direte! Andate al supermercato! In un centro commerciale! Ne vedrete delle belle! Tutti rigidi, con gli occhi velati di una patina bianca... le mani rigide sul carrello, i piedi trascinati... odio puro per il loro marito, o per la loro moglie! Stanno l'uno al fianco dell'altra, ma come vorrebbero essere agli antipodi... ah, se fosse per loro! Ma la società? E quello che penserebbero i vicini, gli zii, i genitori, gli amici? Stanno male, soffrono... pericolosi!
Questi poveracci... questi scarti... sono pazzo, a dire queste cose? Sono matto? Ah, sì... io esagero, certo... ma permettetemi una domanda. Una! Come potete sopportare l'accozzaglia ambulante che riempie le strade davanti a casa vostra? Ho paura! Sì! Paura! Paura di tutto!
Mi calmo, sì... sì, mi calmo... mi tranquillizzo. Un bel respiro...

Ripartiamo daccapo. Le maschere. Questi qua vanno in giro. Attori finti teatranti. Gente fasulla. Vanno in giro nascosti da maschere allegre e sorridenti, ma rilassate...? No! Rilassate no per niente! Lo riconosco, io... le maschere le vedo anche io! Che pensate? Che non incontri nessuno durante la mia vita? Che sia una specie di malato il cui computer è un prolungamento del suo corpo? Ah, ma state sbagliando, sapete? Sbagliate di grosso! Garantisco io!
Io la gente la vedo tutti i giorni, e ne vedo tanta... troppa, decisamente! Questi sono pericolosi... io sono in pericolo!
Dicono una cosa e ne fanno un'altra, questi bastardi. Kansas City shuffle! Sissignori! Un imbroglio! Ti fanno fidare di te, tu lo fai... sono carini, simpatici, ti fanno ridere... ridere! Ti divertono! Il tempo più bello della tua vita! Una seconda giovinezza! Una scoperta... la scoperta del bello, dell'umanità... capisci di essere sempre stato troppo pessimista, capisci che tu avevi torto, loro ragione... non hai mai capito un cazzo, e così ti immergi nel loro mondo. Loro ti accolgono a braccia aperte... a gambe aperte! È solo che poi... poi arriva il cetriolone! Te la mettono nel culo, i figli di puttana! E tu? Che fai? Eh?
Beota, inebetito, dici, ma ci volevamo bene! Poi strizzi gli occhi... ti riprendi. Ti risvegli. E il mondo s'incenerisce di nuovo! Le nubi che nascondono il sole! Ancora! Un'altra volta! Come prima! Tutto come prima, a parte la cicatrice che rimane! La maschera si deteriora, e tu noti che la persona che hai di fronte è sempre la stessa che hai incontrato in ogni parte del mondo, in ogni angolo della tua vita... i lati più oscuri! Le faccende peggiori! Maschere? Forse...!
Stronzi... bastardi... si approfittano della fiducia che gli dai, se la prendono, se la assicurano e se la stringono bene, e poi... sbam! Il ben servito! Flup! La lama del coltello che ti entra nella carne! E tu... tu li guardi esterrefatto. Non puoi fare mica altro, sai... piegato in due dal dolore. Lo senti, il sangue caldo che cola, che ti zampilla dalla ferita... che scende sulle gambe...
Non capisci, non riesci a concretizzare... è un'oscenità! Tradimento! Traditori! Maschere! Maledetti... cancro del mondo... rovinano la gente, violentano persone, derubano felicità, serenità, allegria, pace... e allora... e allora si entra in guerra. Il mondo è distrutto!

Mi sto innervosendo di nuovo, avete ragione... difficile seguirmi... arrivare al punto... ma che cazzo stai dicendo? Me ne accorgo, vedete? Ma vi assicuro che è difficile fare altrimenti! Impossibile, quasi! Esagero, per molti... sì, per molti esagero... un estremista! Un qualunquista! Anarchico! Di tutto, mi è stato detto, ma io... mica nego, eh! Non nego mica...! Pensino quello che vogliono...
E però loro lo fanno con la faccia di bronzo, a parlare male di me! A prendermi per il culo, o a tradirmi... a conficcare quella loro lama nella mia schiena, in mezzo... lì! Hanno la faccia tosta di sorriderti, di apparire sereni, sorridenti... sono malati! Credono sia tutto normale, tutto a posto... regolare... ok...! Ma l'umanità gli è stata strappata e sono tutti quanti diventati dei grandissimi bastardi! Possano crepare tutti del loro veleno, anziché spararmelo in faccia in continuazione! Oh, qua c'è in gioco la mia vita! Mica è uno scherzo, eh!
Sto delirando? Di nuovo? Sì? Pensate questo, lo pensate di nuovo? Dovrei calmarmi? Sto deragliando, di nuovo? Forse sì, forse sì... forse avete ragione, ma sono troppe le cose che ho in mente, davvero... scusate... scusate! Sapete com'è, quando volete dirle tutte quante, e sapete di avere poco tempo... sparate! Fucilate! A salve! Mica prendo la mira... no, no! Sparo tutto! Vomito tutto quello che ho dentro! Ma vi riprendo, vi riprendo... vi spiego tutto, ora vi spiego, promesso... datemi un attimo... un po' di tempo per organizzarmi.

Ci sono. Quello che voglio dire, è che questo è un vero e proprio macello. Sono intriso di merda dappertutto. Merda che mi viene rovesciata in continuazione da gente che conosco a mala pena, e io che cerco di comportarmi al meglio con tutti quanti... ma qui non esiste pietà! Tradimenti! Delusioni! Disillusioni! Pensi che sei troppo pessimista, così cerchi di correggerti... di migliorarti. Sembri matto, a pensare che tutto sia una grandissima merda. Ma a cosa serve cercare di migliorarsi con le altre persone, se sono tutte così? Non tutte, non tutte... ma quasi! Pensi di essere maligno a pensarla in un certo modo, e ti fanno sentire colpevole! Detestabile! Inizi a detestare la tua persona, a odiarla, a dire “se mi conoscessi mi sputerei in faccia solo a vedermi in giro”!
L'istinto... quando impareremo a dar retta al nostro istinto? Quello ha sempre ragione! È fatto per salvarci il culo! Quello è l'unico che bisogna seguire! Se si conoscono le persone, se si capisce come sono fatte... tutte uguali!
Ti comporti bene? Lo capisco! Ti comporti male? Lo intuisco! Ma tutte queste cose... radio, televisioni, internet... questo buonismo sfaccendato, questo volere la pace a tutti i costi... l'onestà, la verità, la realtà delle cose... non è più possibile vivere così! Non si può più! No! No!
Oh, io, ammattito, non lo sono ancora, ma manca poco, sapete! Sappiatelo! Perché se si continua così, in questo modo... chi non impazzirebbe? Tutto mi si ritorce contro! Tutto mi si rovescia sopra! Presente, passato e futuro! E la gente che dice di volerti bene, così, senza che tu abbia fatto nulla... fandonie! Menzogne! Fasulli traditori! Sei come un fratello... sì, nel culo! Il mio culo, vuoi! Ma io non te lo do mica... ah no! No! Lascia che mi accorga di che pasta sei fatto! Sorrisi, dolcetti, gentilezze... sì sì! Tutto!
Sono sveglio, io... mica dormo! Paranoico? Pensatelo pure. Pazzo suicida? Sì, sì... pensate tutto quello che volete... io devo vomitare! Vomito tutto! Dentro non ci sta più niente... la merda ingoiata... STOP!
E non è mica la prima volta, che la gente me la mette in quel posto! Ma sembra ci si debba fidare per forza! Sembra che se non ci si fida, si farà una brutta fine! Fiducia... ma di che? Perché? Ah, ho sbagliato di nuovo... è successo di nuovo, e ora sto qui a vomitare tutto... un blog... una speranza...

Vengo al punto... cerco di raccontarvi l'ultima. Ah, l'ultima è bella, sapete? L'ultima che mi è successa è bella... gravità assoluta! Alto tradimento! E io, l'ebete di turno... pure colpevole, rischio di passare! Fanculo alla fiducia... l'amicizia... ma cos'è l'amicizia? Un modo per divertirsi? O è sicurezza? Appoggio? No, no... niente! Solo! Sono solo e voglio stare solo! Fiducia... ma di che?
Cerco di calmarmi. Ci provo, ci sto provando! Ma come si fa? Sono umano! Ho sangue nelle vene, pure io! Non sono mica un Buddha! Voglio rimanerci, umano, io! Sbagliare, incazzarmi, esagerare... un uomo!
È di un mio collega, che sto parlando. Ah, non voglio dirvi quello che faccio. Faccio tanto, faccio molte cose... scrivo perché ne ho bisogno, non riesco a tenermele dentro, io, le parole, e quindi le scrivo. Ma lavorare... mica mi danno niente, per quello che scrivo! E chi dovrebbe pagarmi? Scrivo, e tanto mi basta, ma per mangiare... lavoro, pure io! Che cosa credevate?
Odio! Odio tutti quanti, non potrei... non ce la farei a non esprimere niente, sapete? Troppa gente la cui umanità è stata gettata nel cesso. Una valvola di sfogo... ne ho bisogno, ne ho davvero bisogno.
Un collega. Cugino di un'amica, per giunta! Un'amica carissima. Oh, con questo qui ho messo su un progetto, qualche anno fa... tutto bene, un'idea mia... mia! Una cosa che avevo messo in piedi quasi dieci anni fa, dico! Roba tutta mia... ufficiale! Ho le foto, ci sono gli scatti, palesi, tutto coi puntini sulle i... dico, come svago, facciamo questa cosa.
No, non vi dico cosa, mi dispiace... un progetto! Un qualcosa con cui si può metter su un po' di grana... un lavoretto impegnativo, mal retribuito, certo... ma retribuito, almeno! Un po' di roba per sopravvivere... precari! Tutti e due precari, eravamo. E lo siamo ancora! Precari! Status symbol del giovane di oggi. Mica ci alieniamo, noi... anche noi! Precari... ma lui soltanto nella forma, mica nel contenuto. Io il lavoro fisso ce lo avevo, ce l'ho avuto, e l'ho mollato. L'ho mollato io, però. Non son stati mica loro a scaricarmi...! Una scelta di vita, si dice. Coraggio, l'hanno chiamato... sicuramente mi prendevano per il culo anche all'ora, ma almeno lì li ho lasciati cantare. Per me però era necessario. Andarmene, dico. Mica son stato coraggioso. Sarei stato coraggioso se non me ne fossi andato! Se non avessi cambiato vita in maniera radicale! La corda è ancora nel negozio, ma stavo per andare a comprarla, sapete? Impensabile. Io, otto ore al giorno, per far arricchire uno che mi stava pure sulle palle. Ah, no, no, no... impossibile... troppo, per me! Precario! Precario per scelta! La vita è una, sapete... che ne so? Di nuovo? E su...
Il mio collega no, mica precario per scelta! Ah, ma quale scelta? Lui ha cercato... non trova mica! 41 anni, che cazzo trova? Professione, mestiere... non ne ha mica! Sì, qualcosa la saprà pure, in teoria... ma niente di pratico! Nulla! Io sì, per fortuna. Le uso pure, le mie capacità pratiche, per farmi un gruzzolo... per andare avanti...
Questo qua... io amico di sua cugina, s'è subito vantato della nostra vecchia conoscenza. Mi era sempre stato sulle palle, a me come ad altre cento persone, ma con me... sorrisi! Gentile! Dolce! Ah, mi ero sbagliato, mi faccio. Sono il solito maligno... il solito che pensa male... mi faccio schifo! Gli propongo un progetto da mettere in piedi insieme... me ne sono pentito! Naturalmente, all'ora no... all'ora pensavo potesse funzionare. Uso quella roba che avevo messo in piedi anni prima e la metto in comune... la condivido con lui. Sempre mia, oh! Foto! L'ho detto! Tutto palese! Tutto mio, niente da dire, ma lui ci lavora sodo... se la merita, una considerazione... gliela do! Fiducia! Mi fido! Fanculo a me, e a quello che ho sempre pensato di lui e degli altri... condivisione! Mi piace, condividere, a me... mi piace un sacco, però sono un gran bastardo, pure. Se vedo un'ombra di avidità...
Un passetto in più, ha fatto, lui. Acquista punteggio, inizialmente, poi... vedo. Inizio a conoscerlo. Mi spaventa! Cambio d'umore! Zac! Non lo conosco più! Chi sei?
Umani, certo. Gli umani sono lunatici, cambiano spesso umore... tutti mestruati! Un bel cazzo, invece! Altroché! Mestruato trenta giorni al mese, lo stronzo! Questo qua è folle! Folle? Ah, se mi fossi posto questa domanda tempo fa... non sarei certo qua a raccontarvi di questa cosa! I provvedimenti li avrei presi... li so prendere, anche io!
Comunque, inizia a lavorare fino a raggiungere lo stremo delle sue forze, il bastardo. Sembra non ci stia più con la testa! Nervoso, non saluta più! Rigido, schematico, robotico... una macchina! E che faccio io, adesso? Gli ho dato un ruolo, gli ho dato delle responsabilità... gestisce, lavora... a me, di male, non me ne ha mica fatto, ma il rapporto personale? Che facciamo? Per me conta, anche quello lì! Che faccio? Chiedo, ci parlo... comunicazione! In faccia!
Ma hai qualcosa, ti ho fatto qualcosa, chiedo... ché voglio sapere! Ci tengo, a certe cose, io... ma lui... no, fa lui. Non c'è niente, tutto normale! Normale? Normale! Non solo! Mica si ferma lì, la faccia di bronzo... no! Non gli basta! Chiede anche perché chiedo cose del genere! Perché? Dico... non saluti più, non parli più... non ho niente! Fa lui... è furioso! Aspetto... gli do qualche giorno, e poi, finalmente, iniziano ad entrare due quattrini. Il parco frutto di un'operosità non indifferente... e lui torna quello di prima!
Brilla, è il sole! Bella giornata! Via le nuvole! Via il vento! Via la sporcizia... tutto... è felice! Un amico, un fratello... grazie, grazie, grazie!
Per farla breve, per dar da mangiare alla vostra curiosità, la storia va avanti in questo modo, non peggiora e non migliora. Alti e bassi con una certa costanza, ma io... eh, io inizio ad accusarlo, il colpo. Ogni volta che lui s'incazza, per me è una coltellata! Mi accorgo che io ne risento sempre di più... non sono mica di pietra! Sono un uomo, ho sentimenti... lo ripeto! È vero! Debolezze... perché fai così, non faccio niente, si continua in questo modo, son paranoico? Forse... un mese, due mesi... al terzo mese succede un imprevisto all'ultimo momento.
Una tragedia, vi dico. Qualcosa di drammatico. Di serio. Di grave, molto grave. Son serio, ora. Mi passa l'euforia, quando incespico in certi ricordi. La cosa peggiore che mi sia mai capitata. Devo lasciar perdere quest'argomento perché devierebbe la vostra attenzione, ma ne ho patito, di sofferenza. Ve l'assicuro. Non vi auguro niente di simile, credetemi. Non lo auguro a nessuno. Non capitano a tutti, certe cose... in certi modi...
Ma torniamo al punto, che non vi voglio rattristare troppo. Cosa fa, l'amicone, quando gli dico che non posso lavorare? Non chiede mica come stai! Non chiede mica cos'è successo! No! Io, sull'orlo della depressione, e lui... Dammi tutto! Mi serve tutto! I numeri, i contatti, devo lavorare! Non si preoccupa mica di come sto io! Oh, ero sul bordo del precipizio! La testa se n'è andata, per qualche momento, eh! Per qualche giorno! Quattro anni di lavoro assieme, dimenticati! Chi cazzo sei? Stai male, ma chi sei? Mica roba da poco, ve lo ripeto... una cosa terribile, da far accapponare la pelle al coccodrillo! Son serio! E lei? Rapporto personale? Quale? Cosa? Eh? Documenti! Registri! Faccio io! Gestisco io! S'inorgoglisce, lo stronzo! S'impettisce, il bastardo! Il figlio di puttana!
Io sono a pezzi, non ho forze, gli do tutto! Consegno tutto l'ambaradàn nelle sue mani! Sulla forma non cambia nulla, è sempre tutto mio, ma lui... che faccio? Gli dico fottiti? Gli dico arrangiati? Ah, non stavo mica pensando alla vendetta, io... non pensavo mica ai suoi cambi d'umore! Ero nel pieno di una turbolenza che mi ha messo al tappeto... me ne fotto, di certe cose! Troppo in basso, nella scala delle priorità! Prendiamo due accordi verbali, roba semplice, fra me e lui. Inter nos, fra amici... amici! Intanto lui lavora e io mi riprendo... un trauma mica da niente, a livello psicologico... roba molto grave, credetemi!
Passato il periodaccio, trascorsi un tre, quattro mesi, mi ristabilisco e torno al lavoro secondo i nostri accordi. Accordi verbali e provvisori, niente di scritto, certo... e cosa fa, il porco? Gestisce! Amministra! La cane! Capeggia! Il suo regno... il suo lavoro! Bastardo! Dominus! Il potere è nelle sue mani... lo prende, lo usa... e gli accordi? Fanculo! È tutto suo! Mi ha preso! Non posso fare niente!
M'innervosisco... lui non torna più alla luce... è finita... è finita... e così sia...

Ah, volete sapere come va a finire la scenetta? Ve lo dico subito. Due parole, poi vi lascio. Finisce che io me ne vado! Finisce che le comunico che è tutto fatto, tutto finito... game over, stronzo. Prendo tutto con me, gli levo tutti i privilegi, al pezzo di merda!
Si spaventa, ci pensa qualche giorno... stallo... poi, via con la simpatia! A tutta birra! Con la dolcezza! Sorrisi! Andiamo a bere! Sabati, venerdì! Come stai? Come non stai? Oh, mi vuoi di nuovo bene? Sì? Ottimo... anche io te ne voglio! Ma sai cosa? Me ne vado! E tu, chiedo... mi pongo la domanda... che farai, adesso, senza di me? Senza il regno che era mio e che tu hai spremuto finché hai trovato succo dolce e succoso... facile da bere? L'hai sfruttato a dovere, eh?
Ah, non lo so, io, cosa farai... sorridi? Sorrido pure io... odio la rabbia, l'ansia, il nervoso... fatemi vivere in pace. Fatemi vivere per i fatti miei, dannati figli di puttana! E soprattutto, non contate su di me così come io non voglio contare su di voi!

E ora, lasciatevi ringraziare per la visita. Scusate il disordine, ma sapete... in certi periodi le cose stanno così, che non si ha tempo di metterle ciascuna al proprio posto... grazie, grazie per la visita...

PROFESSIONISTA DEL III MILLENNIO

Giochi a fare l’adulta
Respiri affannata nel silenzio di una stanza
adibita ad ufficio
Riempi la scrivania di inutili scartoffie
creando un disordine che non ti appartiene
Sei ricca
di materiale a buon mercato
Pensi che una professione si crei facendo gli acquisti azzeccati
Dici che corri, dici che hai fretta
Falsa t’ingegni ciò di cui ti vanti
Non concepisci la naturalezza di quello che sei
Non sai accettare la persona che reale
vive il tuo corpo.
Il tuo vero essere non è ciò che tu vuoi
Parli e straparli di cose inventate
Con l’apparenza nascondi il tuo spirito
Spirito povero, avido, scarno
Curiosità mai nate
Porti un cartello con scritto “son pura”
dietro del quale tu non sei che sporca
Luridi stracci
son gli abiti soli che porti davvero
Non lo sopporti
ma solo di quelli tu ti puoi coprire
ché l’abito nobile non è dato a tutti
Tu non ce l’hai
Non lo conosci
Non puoi crearlo.

IL MANAGER

Siede sul divano
La luce irregolare del televisore gli irradia il viso
pallido azzurro elettrico
Sguardo spento
un morto di tre giorni
Il corpo è abbandonato sulla morbida pelle di cuscini costosi
Immobile
Il cuore e i polmoni tentano di tenerlo in vita
Cervello spento
essiccato sotto sale
non ha stimoli cui non saprebbe reagire
Ricezione passiva
parole, suoni, colori, immagini
Sorrisi e pianti fasulli e programmati
gli giungono dentro attraverso innate fessure
Uno stupro di occhi e orecchie

Lui è stanco
per l’arduo compito di responsabile
Fiero
per la mansione che gli è stata affidata
e il suo succo
l’ha lasciato nel frigorifero dell’ufficio
perché è solo lì che può goderselo
mentre sua moglie
silenziosa
tenta di dare il massimo orgogliosa dei risultati raggiunti
repressa nella stupidità del bricolage.


IL RAGAZZO CHE PASSEGGIAVA FELICE DAVANTI ALL'AGRUMETO

È di nuovo lunedì
La marketing manager è appena tornata dalle sue vacanze di Dubai
Pelle cartonata, eccessivamente abbronzata, capelli più chiari del solito
Sfoggia un estivo abbigliamento in lino bianco
un sorriso di qualche secondo mentre si guarda intorno
in quello che tutti considerano suo territorio
L’export manager fa rientro nel primo mattino dalla sua villa sul lago
dove ha finalmente giocato con i suoi nipoti
figli mancati per una coppia impossibile
che lui mai avrebbe potuto tenere in piedi
per il troppo tempo speso annaspando fra lussuriose tentazioni
Arriva il sales interno con la sfolgorante auto nuova
Fiammante, scura, superaccessoriata
Resterà per anni sconosciuta a sua moglie, depressa e sola
sposatasi con un benestante e stimato uomo che le dorme accanto
La segretaria ha speso mezzo stipendio fra i negozi della città
ché gli amici sono scomparsi dalla sua esistenza
troppo stancante durante il giorno, impegnativa, invasiva
e che lei non ha tempo di vivere
L’impiegata agli acquisti è stata tutto il sabato dalla parrucchiera
Sfoggia ora una costosissima capigliatura curata, moderna, giovanile
che fa da cornice ad un viso tirato e forzato, rugoso
non mascherato dalla pur rossa e gioviale montatura degli occhiali nuovi
Giunge finalmente il proprietario, l’imprenditore, il capo
il Padrone
Grasso, lento, passo goffo e trascinato
Vede tutto, sente tutto senza apparentemente badare a nulla
Respira rumorosamente, suda
entra in ufficio senza rispondere ai saluti
si siede sbottonandosi i pantaloni con due mani e urla rabbia e raucedine
ordinando un caffè che in ventisette secondi gli viene portato
con la quantità di zucchero da lui esatta
insieme alle stampe che quotidianamente egli pretende

Fuori dall’ufficio, intanto
Il modesto fruttivendolo in jeans e logora canotta
Gioisce per ogni goccia di pioggia che gli cade sulla testa

Felice del destino fortunoso che gli è spettato.

FIGLIA DI STACHANOV

Seduta di fronte al suo schermo
col viso viscoso, verde, putrido.
Lunghi fili di bava s’allungano
fra i suoi polpastrelli e la tastiera.
I nervi del collo,
fasci di nervi,
si tendono strappando la sua pelle
incartapecorita.
Il suo corpo è rigido,
fermo.
Macchina di ossa
fottuta dalla città che le sta intorno.
Il cuore batte lento, per poi impazzire
e aprire nuovi squarci sulla sua pelle.
Saltano i tendini.
E i suoi piedi, palmati e melmosi,
s’intravedono ancora benché piantati
fin dentro al suolo
dal fascio di possenti radici
che lei ha per gambe.


L'UOMO ARANCIA

Ufficio affollato, arredamento chiaro e opaco
Fra le stanze irradiate di bianco la gente corre, entra, esce
Occhi sgranati, si muove senza vedere
guardando dritta all’esatto percorso più breve
per il telefono, l’archivio, le fotocopie, la scrivania, il computer
Trilli e squilli elettronici sono seguiti da falsa vivacità
Animi tormentati
Automatismi pericolosamente innescati
Responsabilità, incarichi, mansioni, comande, commesse, ordini
all’ombra della pretesa perfezione
dell’efficiente precisione
della rapidità
portata al limite dell’umano soppresso, soffocato, dimenticato.
Ricevi l’ordine! Giustifica il ritardo! Sorridi sempre!

Tempo zero.
Il tempo morto procede nella sua opera di distruzione.
Ansia e frenesia fanno ottenere il massimo col massimo sforzo
si schiaccia l’orgoglio, la persona è annientata.
Sorrisi consumati in un’allegria dimenticata.
La vita privata diventa superflua,
il lavoro è la tua unica meta, il tuo solo traguardo
unico desiderio permesso.
Otto ore diventano dodici
Due settimane bastano un anno
Ti sono utili
per recuperare le forze mentali.
Ne hai bisogno
per rendere di più al rientro in ufficio

Vogliono più succo, nel loro bicchiere
Annaffiati abbondantemente, durante le ferie
Riempiti di mere illusioni
rimpolpati di vane speranze
Durante la tua prossima, determinante spremitura
preparati a non deludere come hai fatto finora
o decideranno di gettarti nel bidone della spazzatura

ché della tua buccia nessuno se ne fa un cazzo.