L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989

FIGLIA DI STACHANOV

Seduta di fronte al suo schermo
col viso viscoso, verde, putrido.
Lunghi fili di bava s’allungano
fra i suoi polpastrelli e la tastiera.
I nervi del collo,
fasci di nervi,
si tendono strappando la sua pelle
incartapecorita.
Il suo corpo è rigido,
fermo.
Macchina di ossa
fottuta dalla città che le sta intorno.
Il cuore batte lento, per poi impazzire
e aprire nuovi squarci sulla sua pelle.
Saltano i tendini.
E i suoi piedi, palmati e melmosi,
s’intravedono ancora benché piantati
fin dentro al suolo
dal fascio di possenti radici
che lei ha per gambe.


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