L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989

PUTTANA

Con le mani candide e soffici,
dalla pelle pulita, delicata,
e le unghie nuove, e curate, ed eleganti
sistemi l’ultimo bottone del bianco grembiule scolastico di tua figlia.
Ti guarda felice di averti al suo fianco
Con gli occhi azzurri, attenti e svegli,
e i boccoli che con cura e immenso amore le hai sistemato.
È tesa, emozionata, spaventata, la tua creatura.
È il suo primo giorno di scuola.
Ma tua sei lì con lei.
L’accompagni e la rassicuri,
le stai accanto e non l’abbandoni, abbracciandola amorevole,
e lei si rasserena. Dolcissima ti sorride.

Il tuo cuore sanguina
per la crudeltà del mondo che l’aspetta.
Tremi al solo pensiero di non poterla difendere,
sei pietrificata dalla paura di non poterci essere quando la vita l’aggredirà,
hai terrore di non saperla salvare dalla violenza che tu conosci,
di cui tu sei vittima,
necessariamente schiava.

Che cos’è una madre, se non amore infinito per la propria bambina?
Cosa puoi desiderare, tu, se non una vita immacolata, felice, ignara della sofferenza
che impregna il vento del mondo
per colei che tu dasti alla luce?

Ma non potrai mai, per nessuno, essere una buona madre.
Mai sarai ritenuta una donna degna.
Spereranno ti si porti via la figlia immeritata,
eviteranno lei quanto disprezzano te.
La faranno crescere fra sguardi altezzosi e indecenti,
parole offensive, violente
pronunciate dai figli di coloro che impietosi t’hanno usata
oggetto di recondite perversioni,
nascosti all’ombra del tuo dignitoso silenzio



eppure troppo rumoroso per la loro sudicia morale.

Nessun commento:

Posta un commento