Ho dato la ragione troppe volte
Per troppe volte ho cercato di calmare gli animi
tranquillizzare passerotti in preda ad una crisi epilettica
trascendentale
allentare il cappio di un impiccato indifeso
innocuo
Infinite volte
ho spento con parole preziose copertoni andati a fuoco
in un campo nomadi
senza dar peso ai sacchi d'oro rovesciati al depuratore
come se fossi ricco
La pietà che provavo per l'insensatezza dei discorsi e sentimenti di occhi illuminati da capillari esplosi
pelli che rivelano la rigidità dei nervi
sensibili tremolii targa dell'impotenza
mi spingevano a depositare un soffice lenzuolo di seta ambrata
sopra il terreno pietoso che io
avevo attraversato a piedi nudi
ma che provocava l'urlo
e la malsana irritazione
di chi ci aveva sempre camminato con le scarpe di gomma
Ma perché poi?
Perché?
Perché questi sorrisi bonari
questa placida mitezza
questi gesti appena accennati, rassicuranti, comprensivi?
Perché ho tanta paura della guerra?
Perché non tollero la sensazione del vomito
quando la gastrite nervosa mi spacca lo stomaco in crepe
che si diradano come su un lago ghiacciato?
Perché
non posso avere la forza della violenza incosciente dell'ira che avvampa?
Perché non riesco a ridurre in polvere chiunque si frapponga al mio percorso
utilizzando i più devastanti fucili
le bombe più roboanti?
Il sorriso del Dalai Lama e la guancia di Gesù Cristo
hanno davvero tutto questo potere su di me?