Piango
perché non voglio dover mollare la presa
non voglio
giungere alla fine delle emozioni con la coscienza di farlo
Il buio
che mi aspetta è curativo in ospedale
ma quando disteso in un parco sotto il sole
a pochi passi dal fiume che mi ci ha portato
è paura
Piango, sì
perché sono obbligato a lasciare tutto il presente
e il futuro più crudele non mi spaventa
ché s'esso arriva
non farà che allentare la morsa della vita
abbassare le luci per farmi uso all'oscurità quindi spasimata
Una pietra col mio nome sopra
sarà sempre all'ombra dei cipressi
e né la luce del sole né il bagliore delle stelle
arriveranno a bagnarla d'immensità
Nessun sentimento
corroderà le incisioni, carezzerà il marmo, illuminerà le cupe venature
ma il nulla
riempirà di assenza un'ara in avanzo
e di vuoto
uno spazio in più.
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