L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989

RASSEGNAZIONE

 

Piango

perché non voglio dover mollare la presa

non voglio

giungere alla fine delle emozioni con la coscienza di farlo


Il buio

che mi aspetta è curativo in ospedale

ma quando disteso in un parco sotto il sole

a pochi passi dal fiume che mi ci ha portato

è paura


Piango, sì

perché sono obbligato a lasciare tutto il presente

e il futuro più crudele non mi spaventa

ché s'esso arriva

non farà che allentare la morsa della vita

abbassare le luci per farmi uso all'oscurità quindi spasimata


Una pietra col mio nome sopra

sarà sempre all'ombra dei cipressi

e né la luce del sole né il bagliore delle stelle

arriveranno a bagnarla d'immensità

Nessun sentimento

corroderà le incisioni, carezzerà il marmo, illuminerà le cupe venature

ma il nulla

riempirà di assenza un'ara in avanzo

e di vuoto

uno spazio in più.

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