La sua pelle è un mare immobile, perfettamente liscio;
i suoi occhi, un argenteo specchio d’acqua.
Il suo volto è come un chiaro, limpido riflesso di giocondi sorrisi,
facili vite, semplicità.
Quando dal cielo cade, su quella placida, uniforme vastità, un
ciottolo innocente,
i cerchi concentrici, dopo un sordo gorgoglio, non turbano alcuna
serenità
sulla sua superficie.
Ma ogni pietra ingoiata viene assorbita dalle profondità di un
oscuro abisso.
Stravolta, sbattuta, ribaltata, tormentata da violente correnti
Ignote e tempestose,
inconcepibili e vorticose.
È rapita da un’improvvisa follia,
preda di una furiosa, infernale confusione.
Si scatena una bufera di silenzi.
Si genera una crudele spirale d’invisibile turbolenza
occultata
sotto una compatta lastra di catrame.
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