In un ribrezzo generale
provocato dall’onda invasione di tecnologia virtuale
vedo bimbi e ragazzi sui banchi di scuola
guardare uno schermo paurosamente retroilluminato
copiare e incollare spostare e riordinare
scritte prescritte immagini dirette
che passano all’ipofisi senza superare le più umane barriere del senso critico
Vedo la morte della fantasia all’interno di giovani menti
vedo bimbi finlandesi capaci di leggere e percepire
analfabeti nello scrivere e produrre
Il funerale della creazione non si svolgerà neppure
perché nessuno la conoscerà nel tempo del trapasso
e i fiori e i colori che tanto hanno ispirato
spireranno negletti fra colli mai calpestati
Il silenzio meccanico dell’elettronica è rotto da scarse imitazioni di suoni atavici
e l’impalpabilità diventa la norma per i cervelli futuri
mentre qualcuno ancora è capace - nella stranezza sociale -
di apprezzare la fatica causata dal peso di una penna.
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