L’uomo vitruviano galleggia prono sull’acqua trasparente del lavandino
Le braccia e le gambe spalancate
ruota in senso antiorario
Lo guardo
e mi accorgo della presenza di un nono arto
La coda è appuntita
lui è il demonio della civiltà
i suoi capelli sono le serpi di Medusa
e il suo viso
il ghigno diabolico e pauroso della mostruosa maschera teatrale
che abbandono e lascio scivolare nel nero dello scarico
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