L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989

TURISTI AUTOMI

Spiaggia, folla, mare, estate, sole, grida, ombrelloni,
calda e accesa luminosità,
bancarelle, venditori ambulanti, massaggi, olii abbronzanti, famose spiagge esaltate in TV.
Arriva il turista alto e magro, dalla carnagione giallastra.
Porta un cappello in paglia ridicolo e a buon prezzo
acquistato al simpatico negozio del resort.
Una maglietta con stupide battute in dialetto
puntualmente tradotte dall’abbronzato venditore locale.
Porta su una spalla un leggero ombrellone colorato,
con l’altra mano trascina un carrello in plastica carico di sdraio, lettini, spiaggine, maschera, pinne, inutile retino.
La moglie trascina per un braccio il figlio più piccolo che strilla piagnucolante lamentele inascoltate,
mentre il suo fratello maggiore, brutto e magro,
cammina automatico con sguardo spento e mugolando inudibili canzoni.
Si cospargono a vicenda una bianca crema ovunque sul corpo in quantità industriali.
Attrezzatura da spiaggia all’ultimo grido,
vocio incontrollato e agitazione collettiva.
La frenetica famiglia dispone la sua roba in uno sputo di spiaggia libera,
scattando fotografie e registrando video senza tregua.
Guardano la realtà attraverso un minuscolo schermo elettronico
evidentemente capace di filtrare lo schifo che li circonda
e che li illude di una bellezza cui il mondo umano li ha convinti.
Non possono che seguire l’inerte fiumana di esseri accomodati
fra gli argini dell’oggi più malato e superficiale.


Nessun commento:

Posta un commento