L'Uomo Arancia

Letteratura d'assalto. In crisi. Dal 1989

LA MORTE DEL SACRO

È un uomo che scavalca il cadavere di un bambino
un marito che riprende il parto della moglie
il grido disperato di sua figlia
È un figlio
che uccide i genitori per l'eredità

È denigrare antiche tradizioni
motteggiare vecchie abitudini
insultare una qualsiasi forma di amore
mentire spudoratamente
senza alcun riguardo per la dignità dell'altro
È non ascoltare il racconto del nonno
rifiutare il dono di un'amica
È parlare di politica a pranzo
dimenticarsi dei giorni di festa nazionale
e del diritto
di trascorrerli insieme ai propri cari attorno ad un banchetto
È chiamare amico chi non si conosce di persona
dedicare più passione al proprio lavoro che alla notte
con la propria donna accanto
È il litigare col proprio fratello senza poi riappacificarsi
chiudere gli occhi
davanti ai propri compagni che s'ignorano

È non apprezzare il tramonto né le stelle
né il mare né la foresta
non respirare il profumo dei fiori in primavera
né dei funghi nati dalla terra bagnata d'autunno

È rifiutare un cibo cucinato con generosità
un consiglio dato con gentilezza
un sorriso spontaneo
una parola dolce
una carezza
un sguardo
un bacio

È non dare importanza all'abbraccio di un uomo
non pensare alle difficoltà di un povero
È non badare agli ostacoli dello straniero
È negligere l'ospitalità del vecchio
È gettare alla spazzatura il frutto dell'agricoltore
È biasimare la forma del pane fatto in casa
È non accettare l'invito della casalinga
È non indossare il maglione di lana fatto dalla propria madre
È ridicolizzare la semplicità dei propri vicini

La morte del sacro
è non combattere per il bene di chi ama
ma ignorarlo
e deriderlo
in nome della decenza

nel progresso e nella modernità.

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